Grande interpretazione di Lady Gaga nel film “House of Gucci”, dove ha impersonificato Patrizia Reggiani, ex moglie di Maurizio Reggiani, che fu l’artefice della salita al potere di Maurizio Gucci, ma anche colei che mise fine alla sua vita, dettata dal suo amore malato. Eppure, nonostante la storia avvincente, gli amanti della moda che hanno visto il film hanno avuto probabilmente, come me, la sensazione di essere stati traditi da una memoria storica. Questo perché quando si entra nei grandi tempi della moda come Gucci, Fendi, Armani… si e’ convinti di acquistare il Made in Italy, probabilmente con stilisti stranieri, ma con proprietari ancora italiani. Purtroppo, non è così è per riuscire a capirci qualcosa bisogna ripercorrere la storia della casa di moda Gucci, fondata nel 1921 da Guccio Gucci.
Nato a Firenze in una famiglia di artigiani produttori di Cappelli di paglia, a causa di una forte crisi economica nel settore, Guccio è costretto a partire per Parigi prima e per Londra poi, dove lavora come facchino nel Savoya Hotel. In questo ambiente, circondato dal lusso, acquista uno spiccato senso del gusto e dello stile. Nel frattempo, il padre Gabriello Gucci aveva aperto una piccola sartoria locale. Rientrato in Italia Guccio viene chiamato alle armi nella Prima Guerra Mondiale, ma sarà a Milano dove muoverà i suoi primi passi nella moda, lavorando prima nella valigeria Botto e poi nella pelletteria Franzi. Di ritorno a Firenze nel 1921 apre una pelletteria, con molti riferimenti all’ambito equestre. Nel 1925 diventa famosa grazie al discreto successo della sua sacca da viaggio, ma è durante la Seconda guerra mondiale che Guccio si cimenta nella produzione di borse e nell’uso di nuovi materiali.
Sarà solo nel dopoguerra che il marchio verrà lanciato anche nell’ abbigliamento, con una prima boutique a New York, poi a Londra, Parigi e Palm Beach. Morto Guccio Gucci, la società viene ereditata da Rodolfo Gucci e i suoi fratelli, anni durante i quali la casa di moda raggiunse il suo momento di più alto prestigio. Alla morte di Vasco Gucci, Rodolfo e Aldo divisero la società in due parti uguali, ma ben presto la rivalità tra i due venne resa acuta da una serie di eventi. Morto Rodolfo fu suo figlio Maurizio ad ereditare la sua parte e a poco a poco, grazie soprattutto alla tenacia della moglie Patrizia Reggiani, a scavalcare tutti gli altri ereditieri, diventando l’azionista di maggioranza. A seguito di alcuni raggiri da parte del nipote e del figlio, Aldo Gucci fu costretto a vendere le sue quote societarie al Gruppo Investcorp, mentre Maurizio veniva nominato nuovo Presidente del Gruppo. Maurizio Gucci si dimostrò ben presto non all’altezza del ruolo che gli era stato affidato e dopo aver lasciato la moglie si dedicò alle donne e agli acquisti sfrenati pagati con il conto aziendale, che lo portarono ad un aumento di debiti tale da costringerlo ben presto a vendere le sue quote per salvare l’azienda. Quando venne assassinato, su commissione dell’ex moglie, Maurizio Gucci aveva già perso tutta la sua eredità e la casa Gucci era diventato solo un marchio famoso, senza più discendenza. Gucci era l’artigiano che con la sua maestria realizzava prodotti unici, ormai il suo lusso è diventato più industria che artigianato. Eppure, sfortunatamente la mappa dei marchi italiani nelle mani degli stranieri si fa sempre più fitta, ultimo in ordine di tempo è il brand Versace, passato ora nelle mani dei proprietari americani di Michael Kors. E allora mi chiedo, se sia giusto e leale parlare ancora di Made in Italy.
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GUCCI FROM HISTORY TO FILM
Great performance by Lady Gaga in the film "House of Gucci", where she impersonated Patrizia Reggiani, Maurizio Reggiani's ex-wife, who was the architect of Maurizio Gucci's rise to power, but also the one who ended his life, dictated by his sick love. And yet, despite the compelling story, fashion lovers who saw the film probably felt, as I did, that they had been betrayed by a historical memory. This is because when you enter the great fashion houses like Gucci, Fendi, Armani... you are convinced that you are buying Made in Italy, probably with foreign designers, but with owners who are still Italian. Unfortunately, this is not the case and in order to understand it, we have to trace the history of the Gucci fashion house, founded in 1921 by Guccio Gucci.
Born in Florence into a family of straw hat artisans, Guccio was forced to leave for Paris and then London, where he worked as a porter at the Savoya Hotel due to a severe economic crisis in the sector. In this environment, surrounded by luxury, he acquired a keen sense of taste and style. In the meantime, his father Gabriello Gucci had opened a small local tailor's shop. On his return to Italy, Guccio was called to arms in the First World War, but it was in Milan where he took his first steps in fashion, working first in the Botto luggage store and then in the Franzi leather goods store. On his return to Florence in 1921 he opened a leather goods store, with many references to equestrianism. In 1925 he became famous thanks to the discreet success of his travelling bag, but it was during the Second World War that Guccio tried his hand at producing bags and using new materials.
It was not until after the war that the brand was launched into clothing, with a first boutique in New York, then in London, Paris and Palm Beach. When Guccio Gucci died, the company was inherited by Rodolfo Gucci and his brothers, during which time the fashion house reached its most prestigious moment. Upon Vasco Gucci's death, Rodolfo and Aldo divided the company into two equal parts, but soon the rivalry between the two was sharpened by a series of events. After Rodolfo's death, his son Maurizio inherited his share and gradually, thanks to the tenacity of his wife Patrizia Reggiani, overtook all the other heirs, becoming the majority shareholder. Following some deception on the part of his nephew and son, Aldo Gucci was forced to sell his shares to the Investcorp Group, while Maurizio was appointed the new Group President. Maurizio Gucci soon proved to be unfit for the role he had been entrusted with and after leaving his wife, he devoted himself to women and extravagant purchases paid for with the company account, which led to such an increase in debt that he was soon forced to sell his shares to save the company. By the time he was assassinated, commissioned by his ex-wife, Maurizio Gucci had already lost his entire inheritance and the House of Gucci had become just a famous brand with no lineage left. Gucci was the craftsman who made unique products with his mastery, now his luxury has become more industry than craftsmanship. And yet, unfortunately, the map of Italian brands in the hands of foreigners is getting thicker and thicker, the latest being Versace, which has now passed into the hands of the American owners of Michael Kors. And so I wonder whether it is right and fair to still talk about Made in Italy.
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